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Come fare un eCommerce che non sia l'ennesimo negozio fantasma

  • Immagine del redattore: Gerardo Fortino
    Gerardo Fortino
  • 11 dic
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 1 giorno fa

Come fare un eCommerce è la domanda che tutti si fanno. La vera domanda, però, sarebbe un’altra: vuoi davvero costruire un’azienda, o solo un sito carino da mostrare agli amici? Perché nel frattempo il mercato non aspetta: nel 2024 gli acquisti online degli italiani hanno superato i 58,8 miliardi di euro, con una crescita del 6% e un’incidenza sul retail arrivata al 13%.


Tradotto: se non vendi online, stai semplicemente lasciando soldi sul tavolo.


Come fare un eCommerce

Perché il negozio online non è più un optional


In Italia gli acquisti di prodotti online hanno raggiunto i 38,6 miliardi di euro nel 2024, sempre con una crescita del 6%. Non è più il giochino per nerd: è una fetta strutturale del commercio.


Nel 2025 i consumatori che comprano online sono arrivati a circa 35,2 milioni: più della metà della popolazione, e il numero continua a crescere. Mentre i negozi fisici calano di numero anno dopo anno, gli acquisti digitali aumentano e diventano il canale più dinamico del


Quindi no, non “bisogna fare un sito perché ce l’hanno tutti”. Bisogna progettare uno strumento di fatturato in un contesto in cui il cliente può trovarti, confrontarti, demolirti e dimenticarti in tre clic.



Come fare un eCommerce senza buttare soldi


Qui arriviamo al punto scomodo: la maggior parte dei progetti nasce già morta. Non per mancanza di idee, ma per assenza di metodo.


Come fare un eCommerce che abbia un senso economico


Prima ancora di parlare di piattaforme e template, dovresti avere risposta a poche domande brutali:


  • Cosa vendi esattamente? Prodotto generico o nicchia reale? Se vendi l’ennesima t-shirt senza motivo al mondo, il problema non è il sito.

  • Quanto ci guadagni davvero? Margini, costi di spedizione, resi, commissioni di pagamento, pubblicità. Se il margine non regge, ogni ordine è un favore che fai al cliente.

  • Come ti trovano? SEO, campagne, social, newsletter, marketplace: se non hai un piano di acquisizione clienti, stai costruendo un negozio nel deserto.

  • Chi gestisce il “dopo”? Customer care, resi, magazzino, fatture, aggiornamento catalogo. Il digitale non è “metto online e mi dimentico”: è manutenzione continua.


Un negozio online è un’azienda: se lo tratti come un volantino, ti restano solo le spese.


Come fare un eCommerce

Struttura tecnica: piattaforma, pagamenti, logistica


Una volta chiarito il modello di business, arriva la parte “tecnica”. Qui in genere entra in scena il famoso cugino: “Ti faccio il sito in WordPress in un weekend”. È il momento esatto in cui il progetto comincia a sanguinare.


Piattaforma e pagamenti


Che tu scelga una piattaforma SaaS o una soluzione open-source, le domande vere sono:


  • Il sistema regge se domani passi da 10 a 1.000 ordini al mese?

  • Il checkout è semplice, lineare, senza dieci campi inutili?

  • I pagamenti sono sicuri e riconoscibili (Stripe, PayPal, carta) o fai scappare il cliente alla pagina “strana” della banca?



Ricorda che a livello globale il tasso medio di abbandono del carrello supera il 70%: significa che solo tre persone su dieci che arrivano al checkout completano davvero l’ordine. Se in più il sito è confuso, lento o poco affidabile, stai praticamente accompagnando il cliente all’uscita.


UX, velocità e fiducia: il triangolo sacro


Sulla carta sembra tutto facile. Nella pratica, un secondo di ritardo nel caricamento può tagliare le conversioni fino al 20%. E non è teoria: diversi studi su negozi online mostrano che migliorare la velocità anche di mezzo secondo può aumentare il tasso di conversione in modo misurabile.

Questo significa che:


  • il tema scelto “perché è carino” ma pesantissimo è un problema;

  • le foto da 5 MB caricate come vengono, pure;

  • i banner lampeggianti e il carosello infinito in home sono un attentato al fatturato.


Un eCommerce che funziona sembra semplice. Semplice da usare, non da progettare. La semplicità costa lavoro, test, occhi allenati.


Perché ti serve un web designer (e non un cugino smanettone)



Qui entra in scena la figura che molti vedono come un costo e che in realtà è un’assicurazione sulla sopravvivenza: il web designer specializzato in negozi online.

Un professionista serio non “decora pagine”:


  • disegna un percorso utente dal primo clic alla conferma d’ordine;

  • struttura le categorie perché il cliente arrivi a quello che cerca in due passaggi, non in dieci;

  • lavora su testi, gerarchie, call to action, microcopie (“Acquista”, “Continua”, “Conferma pagamento”) che riducono i dubbi;

  • collabora con chi gestisce SEO e advertising per evitare che la pubblicità mandi traffico su pagine inutili.


Quando il tasso medio di abbandono supera il 70%, ogni frizione in più — una label poco chiara, un pulsante nascosto, un checkout troppo lungo — si traduce in soldi persi. Un web designer preparato lavora esattamente su questo: trasformare ostacoli invisibili in vendite reali.


E no, non è “arte”: è ingegneria applicata alla psicologia di chi compra.


web designer

Errori classici da evitare (che vediamo ogni giorno)


Vediamo gli errori più frequenti, quelli che trasformano un negozio promettente in un museo del rimpianto digitale:


  • Pensare che basti il sito. Senza budget per marketing e contenuti, il negozio resta deserto.

  • Ignorare il mobile. Se il tuo eCommerce è pensato su desktop e sul telefono diventa un sudoku, hai appena ucciso metà del fatturato potenziale.

  • Spese di spedizione incomprensibili. Il primo motivo di abbandono carrello sono i costi extra imprevisti: se fai il furbo sul checkout, il cliente chiude la scheda.

  • Foto e descrizioni pessime. Nessuno compra al buio: foto sgranate e testi generici comunicano solo una cosa: “non fidarti”.

  • Nessuna analisi. Niente Google Analytics, niente tracciamenti, niente A/B test. È come guidare di notte con i fari spenti e poi stupirsi del muro.



In sintesi: il negozio online come investimento industriale


L’epoca dell’eCommerce “tanto per esserci” è finita. I numeri dicono che il digitale è già una parte strutturale del retail italiano, con miliardi di euro che passano ogni anno dalle casse virtuali invece che da quelle fisiche.


La differenza tra chi incassa e chi chiude sta tutta qui:


  • trattare il negozio online come un’azienda, non come un biglietto da visita;

  • progettare ogni pagina perché porti da qualche parte, non perché “riempie lo spazio”;

  • affidarsi a chi sa costruire interfacce, percorsi, sistemi che reggono uno scontro quotidiano con la concorrenza.


Il sito non è il premio. È l’inizio della fatica. Ma se lo progetti bene — con numeri alla mano, scelte consapevoli e un web designer che sa il fatto suo — smette di essere un costo fisso e diventa quello che dovrebbe essere da subito: un pezzo serio del tuo fatturato.




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Gerardo Fortino è un Designer di Siti Web specializzato in siti professionali, eCommerce e servizi SEO Google, attivo in tutta Italia.

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