Creare un sito con Wix: guida ragionata tra mito e realtà
- Gerardo Fortino

- 11 dic
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 1 giorno fa
In teoria è tutto semplice: vai sul sito, scegli un template, trascini due blocchi, pubblichi. In pratica, dopo sei mesi ti ritrovi con un sito che non porta né clienti né fatturato, e l’unica cosa che gira è l’abbonamento mensile sulla carta di credito.
Nel frattempo, là fuori, il digitale non è più uno sfizio: nell’Unione Europea quasi il 23% delle imprese vende online, con una crescita costante rispetto a dieci anni fa.
E tra i piccoli business, oltre l’80% ha ormai una presenza web strutturata.
Dentro questo mare, Wix è uno degli squali grossi: più di 250 milioni di utenti registrati, circa 8 milioni di siti attivi e un giro d’affari da oltre 1,5 miliardi di dollari l’anno. Tradotto: non stiamo parlando di un giochino per dilettanti, ma di una macchina industriale del “fai da te guidato”.

Perché il problema non è la piattaforma ma il progetto
Prima di mettersi a litigare su quale strumento usare, sarebbe utile farsi una domanda imbarazzante: ti serve davvero un sito, o stai solo cercando un alibi moderno per non guardare i numeri?
Perché succede sempre così:
si apre un account,
si smanetta qualche sera,
si “lancia” il sito su Facebook,
poi, dopo tre mesi senza una richiesta seria, la colpa diventa “della piattaforma”.
Peccato che i dati dicano altro: il vero collo di bottiglia, per PMI e freelance, non è il software, ma l’assenza di una strategia digitale minima — obiettivi, pubblico, offerte, contenuti, budget marketing. Manca il progetto, non il drag&drop.
Perché creare un sito con Wix oggi può avere senso
Wix, piaccia o no, è il leader mondiale tra i website builder “chiavi in mano”: circa il 45% del mercato dei site builder è in mano sua, con milioni di siti attivi e una diffusione tripla rispetto al secondo in classifica.
Il motivo è brutale nella sua semplicità:
editor visuale a trascinamento (quello che vedi è quello che ottieni);
oltre 900 template pronti per ristoranti, consulenti, negozi online, portfolio, blog;
hosting incluso, certificato SSL, dominio collegabile;
SEO, blog, newsletter, prenotazioni e-commerce integrati nel sistema;
un app market con centinaia di estensioni per CRM, chat, prenotazioni,
Alle spalle c’è un’azienda quotata, con oltre 5.000 dipendenti e sede a Tel Aviv, che vive esattamente di questo: rendere possibile a chi non è sviluppatore costruire una presenza online completa.
Non è beneficenza: il modello è freemium. Ti fanno entrare gratis, ti fanno vedere quanto è comodo, poi ti accompagnano gentilmente verso i piani a pagamento con più banda, funzioni avanzate e rimozione della pubblicità.

Numeri alla mano: dove si colloca Wix nel mercato
Quando guardi solo al mondo dei website builder (quindi non WordPress, non Shopify, ma i servizi “tutto incluso”), la fotografia è chiara:
Wix è il costruttore di siti più diffuso al mondo per quota di mercato;
esistono oltre 8 milioni di siti attivi basati su questa piattaforma;
parliamo di centinaia di migliaia di negozi online che vendono su questa infrastruttura, con quasi un milione di store attivi censiti da alcuni report
Non è detto che “se tutti lo usano allora è giusto per te”, ma una cosa la dimostra: il sistema è rodato. Se qualcosa deve rompersi, di solito non è il server.
Creare un sito con Wix per vendere online: cosa offre davvero

Qui entriamo nella parte interessante. Perché la piattaforma non si limita alla paginetta vetrina: il blocco eCommerce è diventato uno dei suoi pilastri.
Dal pannello puoi:
configurare un catalogo prodotti con varianti, SKU, magazzino;
gestire pagamenti con carte, PayPal e altri metodi locali;
impostare spese di spedizione e tasse per nazione/regione;
creare codici sconto, campagne promozionali, bundle;
collegare il catalogo a social e marketplace selezionati;
monitorare vendite, prodotti più performanti, tassi di conversione da desktop e
Il tutto, oggi, condito da un bello strato di AI “di casa”: assistenti che propongono testi, layout, automazioni di marketing, e aiutano i non addetti ai lavori a non bloccare l’intero progetto sulla scelta del font.

Vantaggi concreti: dove Wix gioca sporco (a tuo favore)
Creare un sito con Wix significa appoggiarsi a un sistema che nasce per togliere di mezzo quanto più possibile la parte tecnica, spesso usata come scusa per non partire mai.
I punti di forza, quando lo guardi senza fanatismi, sono tre:
Velocità di esecuzione: Se hai già contenuti e idee chiare, in pochi giorni puoi passare da zero a un sito dignitoso con pagine, blog, moduli contatto, magari anche un mini eCommerce pronto a ricevere ordini. Il che, per molte PMI che altrimenti resterebbero parcheggiate nei secoli bui del “ci stiamo pensando”, è un salto quantico.
Ecosistema integrato: Newsletter, automazioni, pop-up, blog, SEO base, analitiche: tutto vive nello stesso ambiente. Non devi incollare dieci servizi diversi con altrettante password. Per chi non ha un reparto IT, è un vantaggio concreto.
Curva di apprendimento umana: Non devi conoscere HTML, CSS o comandi da riga di testo: l’editor visuale e le guide integrate spingono chiunque abbia un minimo di familiarità con il computer a cavarsela. Le recensioni specializzate continuano a posizionarlo come uno dei costruttori più completi proprio per la combinazione di semplicità e potenza.
Per i consulenti e i freelance, c’è un altro dettaglio non banale: puoi consegnare un sito al cliente e lasciargli in mano uno strumento che può aggiornare da solo, senza trasformare ogni modifica di testo in un ticket di assistenza.
I limiti da conoscere prima di entusiasmarsi troppo
Ovviamente, se fosse tutto perfetto, gli sviluppatori non avrebbero più lavoro. Invece ce l’hanno, e parecchio.
I nodi principali sono noti:
Performance: la quantità di script e funzionalità integrate può rendere alcune pagine più pesanti di quanto vorresti, specie se ci carichi sopra template iper-decorati, gallery infinite e app su app “perché tanto c’è spazio”.
Flessibilità estrema, ma con recinzione: puoi personalizzare molto, ma dentro il recinto della piattaforma. Se un domani ti accorgi che ti serve un controllo totale del codice, la migrazione non è una passeggiata.
Dipendenza dall’abbonamento: l’infrastruttura è comoda finché paghi. Smontare tutto e portare il sito altrove, codice e contenuti alla mano, non è come esportare un semplice database.
Non sono difetti nascosti: sono il prezzo del “tutto incluso”. Chi finge di non vederli, di solito, non ha intenzione di dirtelo prima della firma.

Per chi ha senso questa scelta (e per chi no)
In sintesi, ha senso orientarsi verso questa piattaforma quando:
sei una PMI, un freelance, un negozio che non ha un reparto IT e ha bisogno di partire in tempi brevi;
vuoi testare un’idea di business digitale senza investire subito in uno sviluppo su misura;
accetti l’idea che paghi un servizio continuo, non “un sito una volta per tutte”;
ti interessa un ecosistema che regga blog, eCommerce, prenotazioni, newsletter, tutto nello stesso pannello.
Ha decisamente meno senso quando:
hai già un team tecnico interno capace di gestire hosting, sicurezza, sviluppo;
ti serve un’integrazione profonda con sistemi aziendali complessi (ERP, gestionali avanzati, logiche molto specifiche);
sai già che vorrai un controllo totale di codice, architettura e performance.
In altre parole: se hai bisogno di una macchina operativa che ti permetta di entrare nel digitale con un’arma decente e tempi ragionevoli, la scelta può essere tutt’altro che ingenua. Se il tuo obiettivo è costruire un’astronave personalizzata pezzo per pezzo, stai guardando nella vetrina sbagliata.
Conclusione: strumento potente, non bacchetta magica

La tentazione è sempre la stessa: dare la colpa al mezzo. “Non funziona perché è Wix”, come ieri “non funziona perché è WordPress”, e domani “non funziona perché è l’AI”.
La realtà, di solito, è meno poetica:
mancano contenuti seri, non i template;
mancano offerte chiare, non i pulsanti;
manca una strategia di acquisizione clienti, non l’ennesimo effetto di scorrimento.
Dentro questo quadro, usare il costruttore giusto — incluso il più diffuso al mondo — può essere un vantaggio competitivo, a patto di ricordarsi una cosa ovvia che tutti preferiscono ignorare: il sito è solo lo strumento.
Se dietro non c’è un progetto, una visione e qualcuno che controlla i numeri, puoi anche scegliere la piattaforma più famosa del pianeta: resterà comunque un bellissimo negozio vuoto con l’insegna illuminata e la cassa spenta.





